22 Marzo 1944


https://www.youtube.com/watch?v=rDh5PlguYrA

http://youtu.be/rDh5PlguYrA



« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra

Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani,

nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.

Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità,

andate lì, o giovani,

 col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. »

(Piero Calamandrei,

Discorso ai giovani sulla Costituzione

nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)

 

 

Produzione Centro Studi Multimedia Marche realizzata

nell'ambito di un progetto sostenuto dalla Regione Marche  

 



22 Marzo 1944: 

forse solo un'idea poté dire che cos'è  il morire a Montalto
docu-film 2013/2014 - Italia, durata 37’
di  Massimo Puliani

in collaborazione con   Matteo Antonini  (riprese e interviste)

Documentazione storico/fotografica di Giancarlo Leggi

Collaborazione dei video-makers del Corso di Comunicazione

Visiva Multimediale dell'Accademia di Belle Arti di Macerata:

Marica Violini, Saverio Romagnoli, Massimo Scoponi, Licia Tofani,

Matteo Lorenzini

 

Si ringraziano per la collaborazione:  Giorgio Leggi, Antonella Leggi

Lanfranco Minnozzi, Presidente dell'A.N.P.I. di Tolentino e l’A.N.P.I di TOLENTINO

 

 

Musica: "Sinfonia n.7 in La maggiore, op.92"

di Ludwig van Beethoven con direzione di  Georges Prêtre con i  Wiener Philharmoniker

Gabriel Fauré - REQUIEM  Version historique de 1938 con:

Suzanne Dupont, soprano

Maurice Didier, baryton

Les chanteurs de Lyon

Le Trigentuor instrumental lyonnais

Edourd Commette, orgue

Direction, Ernest Bourmauck

Registrata il 31 maggio 1938 nella Cathédrale Saint-Jean de Lyon

 

 

Riferimenti bibliografici principali:

Enzo Calcaterra, Piero Ciarapica, "Noi c'eravamo: 22 marzo 1944.

"L'eccidio di Montalto nelle fonti essenziali 1944-1964",

Tolentino, Istituto Editoriale Europeo, 1989

Roberto Rascioni "L'eccidio di Montalto" in

AA.VV., "Tolentino e la Resistenza nel Maceratese"

Ed. Accademia Filelfica 1964-1966, Camerino 2003

Nel testo è citata la poesia "Morire a Cuba" di Pier Paolo Pasolini

nel docu-film "La Rabbia" (1963)

 

 

Sinossi

 

Era il 28 febbraio del 1944, quando una trentina di giovani di Tolentino al comando del maresciallo Ennio Proietti decisero di non arruolarsi nell' esercito fascista. Sapevano di essere condannati a morte e di lasciare i propri familiari sotto minaccia di una deportazione nei campi di concentramento.

Erano ragazzi allevati nel regime, digiuni di politica.  Frequentavano l’Oratorio e l’associazione giovanile “Excelsior, ma decisero di partire per le montagne. Per fare Resistenza al Fascismo.

Curvi sotto pesanti zaini la loro marcia era ostacolata dalla neve.  Dopo cinque ore, sfiniti, giunsero a Montalto piccola frazione nell'alto maceratese, una zona che ritenevano fosse una postazione sicura.

A Montalto era stato difficile trovare un rifugio che potesse garantire riparo dal freddo pungente. Gli abitanti del luogo erano restii nel garantire un aiuto alla Resistenza, poiché temevano di essere scoperti dai nazifascisti.

Il gruppo di Tolentino trovò alloggio nella vicina scuola del Tribbio Il 22 marzo 1944, dopo un rastrellamento, i ragazzi della Resistenza furono barbaramente giustiziati sotto colpi assordanti dei mitra, a gruppetti di cinque per volta. I loro corpi furono gettati nella scarpata, sopra i corpi dei loro compagni.

Il primo ad essere fucilato dal plotone d’esecuzione, formato da tre fascisti e due nazisti, fu il

Tenente Ferrario.

Prima di sparare ai partigiani i tedeschi prendevano le loro scarpe. Una storia triste. Sparare per   un paio di scarpe, rotte e consumate! Nessuna preghiera, neanche quella di Don Antonio, poté valere contro l'odio spietato e bestiale dei nazi-fascisti.

Fra i giovani di Montalto solo Nello Salvatori ebbe la fortuna di sopravvivere alla strage camuffandosi tra i corpi senza vita dei compagni.

 

 

Nota Registica

Il docu-film è realizzato attraverso un immaginario dell’emblematico paesaggio maceratese, dei luoghi in cui si sono svolte le vicende dell’Eccidio di Montaldo. Il docu-film ha deliberatamente scelto di fondere poeticamente in un flusso narrativo le parole/immagini/interviste/testimonianze/foto senza mai utilizzare fonti e documentari storici (o cimenatografiche) non di pertinenza dei fatti narrati. Fatto salvo per il finale dove è proposto un reportage fotografico storico di Giancarlo Leggi che ha documentato il ritorno delle bare dei giovani della Resistenza, il docu-film è realizzato con tutte le immagini del presente, immagini trattate come una “soggettiva” o una poetica visione della realtà in cui è presente la memoria di una delle tante (purtroppo) stragi ad opera dei Nazi/fascisti.

 

 

 

 

 

 

La docu/poesia finale

 

 

Montalto Cimitero 

24 Settembre 1944 ore  6:00

Morire a Montalto!

Erano partiti a piedi da un piccolo centro

per darsi appuntamento con altre brigate al Tribbio

frazione di un paese il cui nome è scritto per la loro involontaria storia.

 

Morire a Montalto!

di fronte alla natura di un paesaggio che cambia

con l'avvento delle stagioni

lungo una strada che non li porterà da nessuna parte

gettati in un scarpata come rifiuti

abbattuti come animali.

 

Morire a Montalto!

nella luce del pianto c'è solo il rumore del silenzio.

Le lacrime sono trattenute a stento.

Ma i loro corpi   imbottiti dal piombo

non sono stati lasciati su quel luogo insanguinato.

 

Un muratore li ha rimessi sul carro

e li ha  portati nella cappella del piccolo cimitero del paese

E poi quel 24  settembre 1944

con bare rivestite di zinco e con gli  indumenti della festa

quei corpi senza vita sono partiti per ritornare dove era iniziato

quel tragico viaggio.

 

Caldarola 

Una breve sosta ore  9:00

C'era una volta

un gruppo di giovani

che giocavano all'oratorio della chiesa

di un piccolo paese ai piedi dell'appennino centrale.

 

C'era una volta un gruppo di giovani di Montalto

e ci sarà ancora il loro gesto senza gloria.

 

Tolentino

 Il corteo funebre  ore  10:00

Morire a Montalto!

Forse solo un'idea

potè dire che cos'è il morire a Montalto.

 

Morire a Montalto!

Forse solo una ribellione

poté dire che cos'è il morire a Montalto.

 

Morire a Montalto!

Era come morire a Roma o a Milano,

nei luoghi  di occupazioni insopportabili,

nei luoghi della Resistenza e della battaglia.

 

Tolentino

 La Messa  ore  11:15

Il gruppo c'era ma  non c'è più.

Non è il tempo della vita

che  ha spento quei sorrisi e quella rabbia che si portavan dentro,

ma il tempo della storia scritta dal dissennato agire

di uomini senza rispetto e senza sentimenti.

 

A quel gruppo di giovani ventenni di Tolentino

quel  22 marzo 1944

gli è stato proibito di vivere da uomini liberi

gli è stato negato di cantare  e di ballare e di baciare

non ha  visto nascere dal sangue e dalla lotta la Repubblica Italiana.

 

Tolentino

 Verso il cimitero  ore  11:15

E poi quel 24  settembre 1944

con bare rivestite di zinco e con gli  indumenti della festa

quei corpi senza vita sono partiti per ritornare dove

era iniziato quel tragico viaggio.

 

Morire a Montalto!

Forse solo un'idea

poté dire che cos'è il morire a Montalto.

 

Morire a Montalto!

Forse solo una ribellione

potè dire che cos'è il morire a Montalto.

 

Morire a Montalto!

... per non morire più.

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I 26 Caduti a Montalto:

Audio Carassai

Luigino Cerquetti

Balilla Pascolini

Peppino Gurrieri

Umberto Lucentini

Peppino Cegna

Nicola Ciarapica

Ennio Proietti

Arduino Germondani

Ugo Sposetti

Adino Baccarelli

Umberto Angelelli

Spartaco Perugini

Radamès Casadidio

Gian Mario Fazzini

Mariano Scipioni

Giacomo Saputo

Manlio Ferrario

Bruno Principi

Nazzareno Bartoli

Armando Mogetta

Armando Pettinari

Alberto Patrizi

Lorenzo Bernardoni

Primo Stacchietti

Mariano Cuttini

 

A Vestignano di Caldarola:

Nicola Paramezza, Mario Ramundo, Guidobaldo Orizi,

Lauro Cappellacci

A Croce di Caldarola: Aldo Buscalferri    A Muccia: Achille Barilatti